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Port of Catania

Forse troppe le immagini che mi hanno ispirato, nella visione di portare al termine un mio lavoro sopra una cascia (cubo di cemento). Sono immagini che scorrono, come gira una ruota, silenziosamente come le onde non si fermano, legate agli elementi, al respiro che incontra il vento, tra stelle, albe, tramonti, quante condivisioni, quanti trionfi e quanti pentimenti, che nel mio piccolo, faccio del mondo, dell’universo che si rispecchia in noi misere creature, abitanti di questo splendido pianeta, che giorno dopo giorno, nostro malgrado a volte ignoriamo. Dovremmo essergli grati, una gratitudine che dovrebbe renderci felici, ricchi di esserci. Ispirato dalle piccole cose, dai piccoli gesti, non desidero invadere niente, desidero compiere un gesto comune, banale, non desidero amplificare nulla, che non sia il mio profondo desiderio di dare amore, perché nell’amore rispolveri il coraggio, ritrovi la forza che serve al paese, alla comunità. Per questo motivo desidero esprimere quanta più luce, passione del cielo, profumo delle montagne, maternità del mare, accoglienza della terra, condivisione di un pensiero di passaggio.

Lettera al Porto di Catania

Lettera al Porto 

wounded flowers

L’offesa si presta all’orecchio che ascolta. Il torto subito perde peso, resta una matassa condensata. Si fa prima a vedere una mano ferita, che un fiore nella mano.

傷ついた花

fiori feriti

the breath of the sea

Iris se nè andata, l’immagine la voce il personaggio di Iris resta fermo ancorato ad Aci Castello.

Chi è Iris, difficile definirlo con parole semplici, anche se Iris è semplice, piena di vita anche quando la vita l’ha portata in un’altra dimensione. Non posso permettermi di scrivere una poesia, un racconto, queste righe desiderano essere ricerca, una mappa precisa con immagini lucide sul percorso di una donna che rimarrà per me immortale. Le feste, le riunioni, il calore di famiglia mi riporta a sentire la sua voce, ascoltare una lingua sonoramente simpatica e lungimirante per dono di contenuto vissuto. La società ama i frutti belli, come se li dovesse mangiare con gli occhi, Iris è un frutto autentico, che si rifiuta di assorbire colori apparenti, forme e dimensioni non conformi col suo pensiero. Iris Pesko mi ha visto crescere, l’ho sempre osservata con grande rispetto, lo stesso nel guardare un fiore bello e non delicato, fragile e allo stesso tempo vigoroso, difficile descrivere come una persona possa mantenere austerità e allo stesso tempo frenesia di primavera. Iris non grida rivoluzione, Iris è rivoluzione, è voce dall’immediato cambiamento, lei osserva quello che a molti passa inosservato, sta attenta all’evolversi globale pur restando nella sua Aci Castello, paese di mare, aperto e pronto a ricevere la sua Svizzera, una Svizzera che viene adottata portando in se un dono, io sono. Quanti sentono di esistere aldilà di posizioni sociali, beni raggiunti, forse essere riconosciuti come parte di questo mondo rafforza l’idea che ognuno ha di se, ma lei no, lei non cerca riconoscimenti, anzi controcorrente dimentica chi realmente è, a lei basta confidare nel bene, sentirlo, ascoltarlo. La bellezza è lama che ferisce per amore di essere vivi. La immagino festeggiare al sole, ballare alla luna, cantare con i grilli, nuotare sott’acqua, accarezzare una stella marina, portare grande rispetto a un granchio, ascoltare il silenzioso consiglio. La sua voce, il suo scherzo continuano a rivolgermi lo sguardo, ora leggera vola, si sposta velocemente nel suo mondo, per godere della vita questa volta non bisogna restare feriti, dentro un pozzo dolce vino non stordisce, lucida la mente lascia il suo racconto si trasforma in oro.

Swiss Artist

 Iris Pesko “Angelo”