Archivio tag: italie

appunti di speranza

Mi sembra tutto così reale, il dolore per una terra martoriata. Non mi sento più di scrivere, mi sembra tutto così imprevedibile.

(Piazza Abramo Lincoln, Catania)

Parigi, ci sorridi. La tua storia non è finita malgrado questo incendio. Parigi, pianta una vita e lo spazio sarà di nuovo riempito, senza sforzo la natura rifiorirà. (Notre Dame)

letter to a friend

Al caro amico Claudio, pittore e poeta illuminato

Dalle ceneri della storia, acrilico su tela 131x81, 5.12.2014 Cesare Botto
Dalle ceneri della storia, acrilico su tela 131×81, 5.12.2014 Cesare Botto

Qualora, per i motivi più diversi, ci apprestiamo a scrivere qualcosa di noi stessi, della nostra vita o delle nostre passioni, siamo tentati di vantare quei risultati raggiunti e quegli effimeri riconoscimenti ottenuti, crogiolandoci nel nostro tiepido brodo. Haimè ! Non vorrei ritrovarmi in questa situazione con te. Di me voglio solo raccontarti come, fin dalla verde età ho sempre avuto una grande predilezione per tutto ciò che ai miei occhi appariva fantasioso e artistico. Per diletto amavo ritrarre le comuni cose che mi trovavo attorno, sia un semplice vasetto di fiori oppure le montagne che circondano la mia città, o i due corsi d’acqua che ne lambiscono le sponde. Poco incline a correre dietro ad una palla o dedicarmi ad altri giochi competitivi per i quali, in verità, mi sentivo negato, allora in solitudine preferivo mettermi a disegnare, su qualsiasi supporto mi capitava a tiro, tutto ciò che in quel momento poteva stimolare la mia creatività. Cosa mi spingeva era il desiderio di veder nascere qualcosa che prima non esisteva, un’attrazione fatale prodotta appunto dal quel “desiderio”, che come una molla, fa scattare una intensa e incontenibile esigenza del “fare”. Afferrare quel particolare momento felice, (anticamente detta ispirazione), che insorge misteriosamente e guida la mente e la mano dell’artista nell’atto del dipingere. Ho sempre pensato a questo aspetto iniziatico come ad una regola aurea, lontana da speculazioni mercantili di vil pecunia, anche se mi rendo conto che non si può vivere solo di arte pura giacché la nostra esistenza non può prescindere dal denaro quale mezzo indispensabile per ogni nostro bisogno. Ma qui apro una parentesi su certi attori spregiudicati, che sfruttano i giovani artisti in cerca di successo, dai quali pretendono una produzione seriale, di facile fruizione e di pronto consumo, per poi abbandonarli senza ritegno e investire su nuove e illuse generazioni destinate alla stessa inevitabile sorte. Polemiche a parte, l’amore per l’arte ha continuato a crescere in me negli anni, pur consapevole di dover mediare con le esigenze quotidiane, alla ricerca di un soluzione non conflittuale, tra lo spirito e la pancia. Dopo aver frequentato le scuole primarie, entro subito nel mondo del lavoro praticando numerosi mestieri, alla sera però seguivo un corso per arti decorative tenuto da docenti cuneesi di varie discipline. Nel 1961 poi, approdo a Torino dove mi iscrivo alle lezioni di nudo dell’Accademia Albertina ed entro in contatto con il maestro siciliano Filippo Scroppo, che sarà il mio mentore per tre anni, attorniato da numerosi e talentuosi allievi. Nel 1966, inauguro nella mia città, la bottega d’arte Botto, che diverrà presto un cenacolo di ritrovo per giovani (e non solo) appassionati d’arte. Di fatto avrò modo durante molti anni, d’incontrare personalità artistiche di varia estrazione, prodighe di consigli e di apprezzamenti che contribuiranno a far espandere la mia visione sull’arte contemporanea e a spronarmi nella ricerca costante di una identità personale. La produzione pittorica, per la quale impiego varie tecniche, dall’olio alla tempera, dall’acrilico all’acquerello, avrò modo di esporla in mostre collettive e personali, in molte città italiane e straniere per un doveroso confronto e dialogo con un pubblico più vasto, sempre con un rigoroso impegno, volto a esaltare, attraverso i miei colori, linee, piani, luci e ombre, il desiderio di “comunicare le proprie riflessioni sul mondo, testimoni di una sensibilità vigile che guarda oltre, sorretta da convinzioni profonde e da un piacere spontaneo per il colore e la composizione”… (Fulvia Giacosa)  

Con grande affetto, Cesare 31 ottobre 2020

ask the leaves

 Prima notte, finestre aperte luce spenta, bosco intorno racconto senza tempo, prega silenzioso tarlo. Padre Max, onorato sogno medita in mezzo alle tue pietre.
Prima notte, finestre aperte luce spenta, bosco intorno racconto senza tempo, prega silenzioso tarlo. Padre Max, onorato sogno medita in mezzo alle tue pietre. Chiesa Migliandolo (Asti)
La vita inizia attraverso il suono, è tutto dentro la pittura. Il cerchio è continuità, ciclicità, espansione di un sapere, connessione di mondi, alchimia del pensiero. 2.97 (cerchi d'oro)
La vita inizia attraverso il suono, è tutto dentro la pittura. Il cerchio è continuità, ciclicità, espansione di un sapere, connessione di mondi, alchimia del pensiero. 2.97 (cerchi d’oro) La Tavola di Migliandolo
Cesare Botto Claudio Arezzo di Trifiletti
Dove il telefono non prende le ragnatele del colore accolgono luce. Cesare Botto / Antica Casa Nebiolo

Chiedetelo alle foglie. Conoscere, conoscersi, riconoscere, incontrarsi. Unirsi, concedersi, accedere al rito, condivisione, testimoniare unione, atto universale d’amore contrasta individualitá, vibra contenuto, memoria racconta, protegge.

Punto Fermo
Punto Fermo

Quando il Sacerdote è il primo a pulire, la comunione avviene nello Spirito. Chiesa San Paolo, Asti. Casa, famiglia, tempo e spazio, memoria di un bambino, fontane presenti, ghiaia racconta. Non c’è distanza di cognomi e sentimenti, a tavola si siede insieme, ci si nutre degli stessi alimenti. Zia Ada e Zio Paolo.